Il procuratore Vito Zincani, dopo l’audizione alla commissione parlamentare d’inchiesta, ha precisato lo stato dell'arte relativo all'indagine per i crolli nelle strutture produttive e abitative avvenuti a seguito del sisma emiliano di maggio. Nell’indagine sono coinvolti progettisti, costruttori e in alcuni casi anche proprietari delle aziende di Mirandola, San Felice, Cavezzo, Medolla e Novi in cui sono rimasti uccisi operai e tecnici. La Procura procede anche per la morte della donna estratta ancora viva dalle macerie del condominio in cui abitava a Cavezzo e deceduta dopo due settimane all’ospedale: il crollo della palazzina avrebbe infatti rappresentato un pericolo per la pubblica incolumità.
Si tratta di 13 fascicoli, di cui 9 relativi a indagini per lesioni, omicidio e disastro colposi (per uno e’ gia’ chiesta l’archiviazione) e 4 senza ipotesi di reato. Si compone così la maxi inchiesta, con circa quaranta indagati, della procura di Modena per fare luce sulla morte di 11 persone e il ferimento di altre 2, nei crolli di capannoni e case nel sisma del 29 maggio.
Gli indagati sono i proprietari, i progettisti e gli esecutori dei lavori dei prefabbricati che non hanno retto al sisma, per un totale di circa 40 persone. La Procura ha già incaricato un esperto, l’ingegner Trombetti, che in 90 giorni dovrà stabilire le cause dei crolli. Gli indagati, a loro volta, potranno nominare un consulente di parte.
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